Essere motivati, o non esserlo.

Succede a tutti di voler realizzare qualcosa, e perdersi nel percorso.

O di dover fare qualcosa, e non farlo.

Come ci possiamo aiutare a trovare e mantenere la motivazione, e come possiamo aiutare gli altri a fare altrettanto? 

La risposta non è la stessa per tutti. Il primo passo è riconoscere che per ognuno è diverso, e spesso non abbiamo nemmeno chiaro cosa motiva ciascuno di noi.

Il primo punto: la motivazione intrinseca, che ci spinge da dentro.

La chiave principale è nell’ancorarsi a una motivazione intrinseca, quella che ci spinge a muoverci da dentro, indipendentemente dalle circostanze, perché questo progetto è veramente importante per noi. E ci dà soddisfazione. 

Benefits e il giudizio degli altri non sono sufficienti, serve una spinta interiore. 

Per ogni persona è diverso: 

  • Quale è questa spinta? 

  • Cosa è veramente importante, dentro questo individuo unico? 

  • Cosa viene percepito come una perdita di interesse e cosa invece lo sostiene? 

Sono domande che possiamo farci rispetto a noi stessi, rispetto agli altri, e ascoltare le risposte che emergono. 

Ogni persona ha una costituzione, esperienze, formazione diverse e ciò che è di aiuto ad uno può essere di ostacolo ad un altro. 

Questo lavoro di ascolto non è facile, lo possiamo fare con la Mindfulness, ma ci possiamo anche aiutare (per noi stessi e per lavorare meglio con gli altri) con uno strumento professionale come Management Drives, che esplora le motivazioni di ogni persona. 

Management Drives per ogni persona rilascia un profilo unico: lo specchio delle motivazioni intrinseche e di cosa sostiene o mina la spinta all’azione, e eventualmente al cambiamento. 

Qualcuno è spinto dal conseguire il successo, qualcuno più dal sentirsi in armonia con gli altri. Qualcuno ha bisogno di sentire che appartiene, altri hanno bisogno prevalentemente di fare. Una persona sta male se non ha chiaro cosa deve fare, altri se non possono applicare la loro creatività. 

Il secondo punto: cosa ci fa perdere la motivazione? Dove ci perdiamo?

L’altro lato della medaglia riguarda il fatto che pensare di stimolare una persona (anche noi stessi) con l’approccio sbagliato, ci porta poco lontano.

Far lavorare in isolamento chi ha bisogno di contatto umano, non dare autonomia a chi si sentirà imprigionato. Non dare soddisfazioni a chi si nutre di riconoscimento. Cosa ci costa? Perché non assecondare i bisogni propri e degli altri?

E’ importante ascoltarsi, ascoltare, con curiosità e non remare controcorrente, ma sfruttare le nostre potenti correnti interiori. 


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Mindfulness e insonnia

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Coltivare la gratitudine: alcune pratiche molto efficaci per il nostro benessere e per le nostre relazioni.