Dall’intenzione al risultato

Se, malgrado quelle che ci sembrano tante nostre buone intenzioni, i risultati che otteniamo non ci soddisfano, la Mindfulness ci viene in aiuto in tre modi: 

  • chiarire l’intenzione (o le intenzioni);

  • mantenere il focus;

  • goderci i risultati.

Chiarire le intenzioni

Per sviluppare la consapevolezza, una pratica molto utile è chiarire a se stessi le proprie intenzioni.

A livello ampio e via via anche nelle piccole azioni di tutti i giorni. 

Vi capita di fare quello che non volevate? Di perdere tempo? Di attivarvi per cose non importanti o addirittura dannose?

Chiarire a noi stessi cosa desideriamo, cosa vogliamo ottenere è il primo passo. 

Sembra banale ma non lo è e la prova è nel budino: nel constatare a posteriori cosa abbiamo ottenuto. Non tutto dipende da noi, ma l’intenzione bisogna averla chiara. 

Per i progetti a lungo termine, all’inizio della giornata, all’inizio di un’attività specifica, per es. di una riunione.

Qual è il mio intento? Prevalere, dialogare, ascoltare? Se non ce l’ho chiaro, è meglio che mi prenda un paio di minuti e me lo chiarisca. 

Può darsi che mi accorga di avere due (o più) di intenzioni diverse: voglio dimagrire, ma voglio anche mangiare. 

Chi mi conosce sa che lo traduco in “una parte di me vuole dimagrire, e una parte di me vuole mangiare”.

Una parte di me vuol finire questo lavoro, un’altra ha voglia di controllare i social. 

Entrambe hanno le loro ragioni. Come le mettiamo d’accordo? Quale via prendiamo? E’ una pratica. 

Mantenere il focus

Una volta che il primo passo è chiarito, ecco che la pratica della Mindfulness ci aiuta a tenerci in carreggiata.

Distrazioni, interruzioni, altre persone, desideri diversi dal principale, delusioni, ripensamenti… la strada del compimento della nostra intenzione è piena di insidie. 

Un allenamento della mente a restare focalizzata, riconoscere la natura dei pensieri, e a gestire le emozioni e frustrazioni è indispensabile. 

Oltre alle pratiche “formali” (mi fermo e mi dedico ad un esercizio di Mindfulness), ecco alcune pratiche “informali” che ci possono servire sia da allenamento che nell’immediato: 

  • un timer per tenere sott’occhio la nostra concentrazione. Il classico è la tecnica del pomodoro, alternare cicli di concentrazione (di solito 25 minuti) e pause di durata variabile (da 5 a 20 minuti). Probabilmente le prime volte vi accorgerete di non riuscire a restare concentrati per tutti i 25 minuti, ma dopo qualche ciclo già si migliora.

  • spegnere il telefono e chiudere le email quando possibile e durante i cicli di lavoro concentrato. Altre applicazioni permettono anche di bloccare altri siti, vedete voi.

  • imparare a dire di no con gentilezza a chi ci interrompe; si può spiegare per es. che “in questo momento non ti ascolterei con attenzione, ne possiamo parlare con calma alle ore x”. Con vantaggio per tutti.

  • valutare se nell’ambiente qualcosa ci porta a distrarci e se possibile prendere le dovute precauzioni. Per es. semplicemente chiudere una porta se siamo in una zona di passaggio, allontanarci dal computer se dobbiamo studiare, altro caso per caso.

Godersi i risultati

Il terzo punto, che può fare la differenza, è non darsi obiettivi troppo difficili, o lontani ovvero metterci in grado di goderci i risultati.

Eventualmente, dovremo suddividere il percorso in piccoli step che siano fattibili e motivanti. Questo ci permette di:

  • non demotivarci e avere sempre un risultato raggiungibile davanti, per cui lavorare;

  • verificare frequentemente e al bisogno aggiustare il tiro prima che sia troppo tardi;

  • premiarci e ricaricarci con una piccola scarica di dopamina ad ogni piccolo risultato raggiunto e rendere tutto il percorso piacevole.

Sembrano cose facili? Quali mettete in pratica?

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