Praticare la Mindfulness se non vi piace star fermi

Può darsi che vi piaccia fermarvi in un posto piacevole e caldo, sistemarvi comodi e dedicare qualche momento a voi stessi. Ma può anche darsi di no, ed è normale così. 

Alcune persone non amano star ferme e questo può diventare per loro un ostacolo alla pratica della Mindfulness. Semplicemente perché non c’è chiarezza. 

Se Mindfulness è essere consapevoli, con intenzione, gentilezza e curiosità, di cosa sta accadendo dentro e fuori di noi, allora non è obbligatorio che questo debba accadere stando fermi. Per la maggior parte di noi, probabilmente, da fermi è più facile! Questo perché pian piano ci rendiamo conto dell’enorme quantità di cose che succedono in ogni momento, e se stiamo fermi limitiamo questa quantità. 

Sensazioni, emozioni, suoni, pensieri, odori... e gli stimoli si moltiplicano se ci muoviamo nel mondo. Emozioni e pensieri ci agitano, la mente si increspa più facilmente.

Da fermi di solito è più semplice, ma non sempre e non per tutti. 

Allora, come praticare la consapevolezza in movimento? Vi annoto alcune pratiche da sperimentare: 

  1. Camminare. E’ la pratica universalmente più amata, in varie forme. Anche qui scegliete quella che funziona meglio per voi. Si può fare al chiuso, all’aperto, andando da qualche parte o semplicemente camminando avanti e indietro. Più o meno lentamente, coordinando il respiro o no. Concentrandosi sulla vista, sul corpo, sul contatto col suolo. C’è l’imbarazzo della scelta per far diventare il camminare un gran piacere consapevole e un momento rigenerante. 

  2. Mangiare. Ancora un’azione talmente abituale da diventare quasi sempre automatica. Può invece essere un momento di goduria consapevole: odori, vista, sapori, sensazioni. Se non facciamo altro, se mentre mangiamo mangiamo e basta. Gli studi dicono che mangiando consapevolmente le persone tendono a mangiare il 30% di cibo in meno. 

  3. Ascoltare. Gli altri ci parlano e noi pensiamo a cosa diremo dopo, ai fatti nostri, a fare altro nel frattempo. Pratichiamo superficialità, chiusura, egocentrismo. Le nostre relazioni non possono che impoverirsi. Ascoltare e non fare altro, essere curiosi, non parlare per forza di noi stessi, cercare di capire. 

  4. Movimento e sport. Come nella camminata, muoversi ascoltando il corpo. Praticare le posizioni yoga è la pratica ideale, ma qualsiasi altro tipo di movimento può essere fatto distraendosi oppure ascoltando il corpo e osservando cosa succede nella mente. Gli sportivi dicono che la performance, nel secondo caso, migliora. 

  5. Tenere un diario, scrivere. Siamo quasi fermi, ma la scrittura può aiutarci nell’ascolto di noi stessi, nell’osservazione, nella messa in discussione dei pensieri, nel descrivere con curiosità una sensazione. Ricordandosi curiosità, intenzionalità e gentilezza.

  6. Altre idee? Io sì... ma trovate le vostre. 

Buona pratica, e buona vita! 

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Mindfulness e insonnia